martedì 20 settembre 2011

Tre Terre non solo col cuore


di Giovanni Lepori, municipale Cavigliano


Un voto in materia di aggregazione comunale è certamente importante, perché
determinante per il futuro di un territorio e della collettività che lo abita. È quindi giusto che il tema sia molto sentito, anche dal punto di vista delle emozioni e dei sentimenti. Spiace però constatare come in queste settimane, nelle discussioni sul progetto per il nuovo Comune delle Tre Terre, siano anche emersi atteggiamenti aggressivi e rancorosi, che ben poco hanno a che vedere con il necessario confronto democratico.
Personalmente sono convinto che i vantaggi di questa proposta di aggregazione – in particolare in termini di qualità ed efficienza nella gestione del territorio e nella messa a disposizione della cittadinanza di infrastrutture e servizi – siano di gran lunga superiori agli svantaggi. Perché i problemi di oggi e di domani – in materia di educazione, giovani e anziani, viabilità e trasporti, ambiente, energia, sicurezza, ecc. – non possono più essere affrontati e risolti efficacemente dai nostri piccoli Comuni. Perché dobbiamo unire le forze se vogliamo realizzare quelle infrastrutture di cui abbiamo bisogno, e se vogliamo poter contare qualcosa in ambito regionale e cantonale.
Perché il Comune di Tre Terre resterà comunque un’entità “a misura d’uomo” – con, ad esempio, un consigliere comunale ogni 100 abitanti – così da garantire gli aspetti positivi della “prossimità” fra amministratori e cittadini.
Secondo gli oppositori il progetto presentato dalla Commissione di studio è utopico e irrealistico. A loro dire infatti, «nei prossimi 10 anni» le finanze del nuovo Comune permetterebbero di realizzare «unicamente» le tre infrastrutture ritenute prioritarie: un centro sportivo con una palestra ; un centro culturale e amministrativo; la sede della scuola elementare di Tegna. Se anche fosse vero – e altri progetti elencati nello studio, peraltro molto meno onerosi, dovessero essere rinviati a più tardi – sarebbe davvero così poco?
Quanto all’accusa di “Verscio-centrismo” – dettata dal fatto che palestra e centro culturale-amministrativo sarebbero realizzati sull’attuale territorio di quel Comune – siamo davvero vicini al ridicolo. Perché le infrastrutture citate sarebbero evidentemente a beneficio di tutta la popolazione del nuovo Comune; perché il fatto che Verscio stia al centro delle Tre terre è un’innegabile realtà geografica; perché un’altra ubicazione per quelle infrastrutture sarebbe
difficilmente proponibile e sostenibile; perché per finire esse disterebbero dalle piazze di Tegna e di Cavigliano... 1 km circa.
Per tornare alle emozioni e ai sentimenti, mi auguro che il prossimo 25 settembre abbiano a prevalere l’ottimismo, il coraggio, la fiducia, la disponibilità al dialogo. Insomma, quello che ci serve per costruire insieme il nostro futuro, garantendo a noi ed ai prossimi abitanti della nostra bella e fortunata regione una qualità di vita ancora migliore

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