È assalto alla fusione
Tegna, il Municipio spiega le ragioni del ‘no’. Dibattito fin troppo acceso
Dopo essersi arroccato, per tre serate, su argomenti prettamente finanziari, il Municipio di Tegna ha voluto incontrare lunedì la propria cittadinanza per convincerla della bontà delle sue tesi anti-aggregazionistiche. Compito non facile, vista la nutrita presenza, in sala, di sostenitori del progetto. Percorrendo diverse strade ha voluto difendere la propria autonomia istituzionale dalle mire di uno studio che, al di fuori del discorso degli aiuti cantonali è – a detta sua – territorialmente troppo “versciocentrico”. Peccato che ne sia nata, una volta ancora, una discussione con affermazioni ripetute allo sfinimento, piagnistei, cifre che sembravano impazzite, accuse pesanti come sberle e qualche gesto dell’ombrella. Una fotocopia dell’imbarazzante, precedente, serata pubblica, per intenderci. L’incontro si apre con i cinque municipali di Tegna che, a turno, passandosi la parola, leggono le loro motivazioni che stanno alla base del “no”: Igor Lunghi solleva la questione della vicinanza delle istituzioni al cittadino, che in caso di aggregazione verrebbe meno; Pierangelo Mazzichiede maggior rispetto verso l’Amministrazione, troppo spesso discreditata; Omar Balli suona la grancassa degli aiuti (« senza soldi, i progetti si fanno solo sulla carta »); Sergio Ferrari fa presente che il peso politico di un Comune di 2600 anime conterà come il 2 di picche e bastona un Cantone « che si defila alla grande e che non mantiene le promesse ». Fabiano Mellini ribadisce che, a parte i tre progetti prioritari, nei prossimi dieci anni l’ipotetico nuovo Comune non potrà permettersi altro. Nutre pure dubbi sulla sostenibilità finanziaria degli stessi (« stiamo volando troppo alto e con quelle tre opere superiamo il limite di spesa »). In aggiunta snocciola quelle che sono le priorità di Tegna (« nel caso di un Comune unico, lo saranno ancora? »). L’Esecutivo tegnese garantisce, a mo’ di conclusione, che per i prossimi anni, si potrà viaggiare con un moltiplicatore d’imposta all’85 percento e mantenere una certa progettualità. Anche accumulando deficit per un lustro, tant’è forte il capitale proprio stoccato nel forziere. Frena l’ottimismo dei 5 Marco Rieder , della commissione di studio. Le cifre da lui fornite la settimana scorsa non sono state messe in discussione all’infuori di qualche considerazione tecnica (vedi ammortamenti sul valore residuo), che sulla sostanza del concetto non cambiano una virgola. A suo modo di vedere il moltiplicare aritmetico, dopo l’investimento per la scuola e l’allineamento degli ammortamenti s’aggirerà attorno al 100 percento e per giustificare quello politico (attorno all’ 85 e non più 75, come comunicato nel volantino dell’Esecutivo) si farà fuori il capitale proprio che è rimasto. Il suo “collega” Marco Mina chiede lumi sul Piano finanziario di Tegna. L’ultimo, allestito dal precedente Esecutivo, ha finito il suo “cammino” nel 2008. Senza questo strumento, osserva, come si possono valutare con precisione gli investimenti in arrivo e la loro sostenibilità?
L’osservazione di Mina manda in fibrillazione gli animi. Silvio Balli fa partire stilettate impregnate di “vecchi dissidi”; Marco Peter , primo cittadino, ricorda alla sala che Tegna da oltre vent’anni, attende la scuola. Antonio Monaco, municipale di Verscio, torna a fungere da parafulmine di tutti i mali dei “cugini”. Angelo Belotti annuncia a gran voce che « il nuovo ente parte in rosso! Non ci sono opportunità ma solo debiti che dovremo assumerci ». Renzo Zurini elenca quelli che sono i “gioielli di famiglia” della sposa Tegna (« ad occhio e croce 10 milioni tra terreni e beni immobili »). Renato Gobbi smentisce il “versciocentrismo” del progetto e cerca di cancellare lo spauracchio del “tutto a loro e a noi nulla”. Poi altra botta di Silvio Balli, stavolta sugli Enti locali: « Elio Genazzi nemmeno ha letto lo studio. Quando è venuto a Tegna a discutere di fusione si è mosso come un elefante in una cristalleria. Fuori i nomi di questi “belzebù” che ci frenano i progetti!». Nell’era della mondializzazione, c’è stato spazio anche per un commento critico di Serena Zurini su facebook. In particolare ha biasimato gli attacchi « offensivi » degli amministratori della pagina dedicata all’argomento. Marco Peter, prima di abbandonare la sala, invita i più “collerici” ad esercitarsi a sorridere dinnanzi allo specchio. La tragicommedia si è chiusa qui (l’aria tesa non si è comunque scaricata). Domani, a Verscio (ore 18, capannone campo sportivo), gran finale alla presenza di due consiglieri di Stato. A seguire maccheronata (speriamo non condita da altre cattiverie).
■Non è certamente un mistero che a Tegna, a sentir nominare la fusione comunale delle Tre Terre, ad arricciare il naso sono in diversi. A differenza di Verscio e Cavigliano sia il Municipio che svariati cittadini ostentano un deciso «no» all’aggregazione. Dopo le serate informative in cui ad aver avuto la parola furono Cantone e commissione di studio lunedì sera è toccato all’Esecutivo tegnese chiamare a raccolta i propri compaesani e spiegargli – o rispiegargli a che dir si voglia – le ragioni del marcato dissenso. Sublime occasione per coloro che desideravano ottenere motivazioni concrete e precise sul rifiuto ma che, a conti fatti, possono essere rimasti alquanto delusi. Quella che poteva infatti essere una serata di spunti, confronti, opinioni e quant’altro ha purtroppo finito per scemare in un’accozzaglia di scontri verbali, polemiche a tutto spiano e battute di poco spirito che hanno decisamente messo in secondo piano l’importanza del dibattito. A prescindere se si è pro o contro – entrambe posizioni condivisibili o meno – un dialogo costruttivo e corretto è base di un discorso equo e rispettoso di tutti i contendenti. Ma così purtroppo non è stato, nonostante un inizio promettente. A differenza dei toni alquanto accesi usati nelle precedenti settimane il Municipio, sindaco Omar Balli in primis, ha esordito mantenendo un basso profilo e pacatamente spiegando il proprio credo. Chiedendo innanzitutto rispetto e respingendo le accuse di campanilismo e menefreghismo sui propri cittadini piovutegli addosso in questi giorni, i membri dell’Esecutivo hanno evidenziato la volontà di avere un Comune a misura d’uomo, aperto alla comunicazione e che si impegni da solo a migliorare i propri servizi a favore dei residenti. A tal proposito è stata ricordata l’apprezzata socialità tegnese nei confronti di famiglie, studenti e l’incondizionato sostegno alle attività culturali e sportive che tale sarà mantenuto. Tornando alla fusione, i municipali hanno ribadito la propria delusione nei confronti dell’operato della commissione di studio e del Cantone. Quello che maggiormente disturba Balli e colleghi è una gestione, a loro dire, frettolosa e superficiale dell’intero progetto di aggregazione. In particolare sarebbe stato l’atteggiamento cantonale – tutto promesse ma sfuggente quando più conta – la classica goccia che avrebbe poi fruttato un contributo «indegno e irrisorio» a un progetto «zoppo». Il seguente «dibattito» non ha certo reso giustizia né alla presa di posizione municipale né tantomeno a quella dei promotori. Un discorso confuso, più basato su cifre che su prospettive di benessere e infarcito di stoccate non propriamente congeniali. Tra chi giudica certe opinioni da «università cambogiana di Pol Pot» e chi si vanta d’aver perso abbastanza capelli rispetto a chi «40 anni fa non era neanche uno spermatozoo» è comunque arrivata la ragionata posizione della signora Serena Zurini. Riconoscendo una Tegna molto cambiata ma competente nei suoi servizi, Zurini ha sottolineato un clima troppo teso a fine di una fusione felice, criticando alcuni interventi («Avvelenare chi è contro», «Mentalità medievale e ottusa ») trovati su una delle pagine Facebook di sostegno che, seppur metafore, non darebbero quell’essenziale base di rispetto e positività a un’unione equa.I.S.
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