mercoledì 14 settembre 2011

Rassegna stampa - 14 settembre 2011

La Regione Ticino

È assalto alla fusione

Tegna, il Municipio spiega le ragioni del ‘no’. Dibattito fin troppo acceso

Ritorno al passato
D.L.

Dopo essersi arroccato, per tre serate, su argomenti prettamente finanziari, il Municipio di Tegna ha voluto incontrare lunedì la propria cittadinanza per convincerla della bontà delle sue tesi anti-aggregazionistiche. Compito non facile, vista la nutrita presenza, in sala, di sostenitori del progetto. Percorrendo diverse strade ha voluto difendere la propria autonomia istituzionale dalle mire di uno studio che, al di fuori del discorso degli aiuti cantonali è – a detta sua – territorialmente troppo “versciocentrico”. Peccato che ne sia nata, una volta ancora, una discussione con affermazioni ripetute allo sfinimento, piagnistei, cifre che sembravano impazzite, accuse pesanti come sberle e qualche gesto dell’ombrella. Una fotocopia dell’imbarazzante, precedente, serata pubblica, per intenderci. L’incontro si apre con i cinque municipali di Tegna che, a turno, passandosi la parola, leggono le loro motivazioni che stanno alla base del “no”: Igor Lunghi solleva la questione della vicinanza delle istituzioni al cittadino, che in caso di aggregazione verrebbe meno; Pierangelo Mazzichiede maggior rispetto verso l’Amministrazione, troppo spesso discreditata; Omar Balli suona la grancassa degli aiuti (« senza soldi, i progetti si fanno solo sulla carta »); Sergio Ferrari fa presente che il peso politico di un Comune di 2600 anime conterà come il 2 di picche e bastona un Cantone « che si defila alla grande e che non mantiene le promesse ». Fabiano Mellini ribadisce che, a parte i tre progetti prioritari, nei prossimi dieci anni l’ipotetico nuovo Comune non potrà permettersi altro. Nutre pure dubbi sulla sostenibilità finanziaria degli stessi (« stiamo volando troppo alto e con quelle tre opere superiamo il limite di spesa »). In aggiunta snocciola quelle che sono le priorità di Tegna (« nel caso di un Comune unico, lo saranno ancora? »). L’Esecutivo tegnese garantisce, a mo’ di conclusione, che per i prossimi anni, si potrà viaggiare con un moltiplicatore d’imposta all’85 percento e mantenere una certa progettualità. Anche accumulando deficit per un lustro, tant’è forte il capitale proprio stoccato nel forziere. Frena l’ottimismo dei 5 Marco Rieder , della commissione di studio. Le cifre da lui fornite la settimana scorsa non sono state messe in discussione all’infuori di qualche considerazione tecnica (vedi ammortamenti sul valore residuo), che sulla sostanza del concetto non cambiano una virgola. A suo modo di vedere il moltiplicare aritmetico, dopo l’investimento per la scuola e l’allineamento degli ammortamenti s’aggirerà attorno al 100 percento e per giustificare quello politico (attorno all’ 85 e non più 75, come comunicato nel volantino dell’Esecutivo) si farà fuori il capitale proprio che è rimasto. Il suo “collega” Marco Mina chiede lumi sul Piano finanziario di Tegna. L’ultimo, allestito dal precedente Esecutivo, ha finito il suo “cammino” nel 2008. Senza questo strumento, osserva, come si possono valutare con precisione gli investimenti in arrivo e la loro sostenibilità?

L’osservazione di Mina manda in fibrillazione gli animi. Silvio Balli fa partire stilettate impregnate di “vecchi dissidi”; Marco Peter , primo cittadino, ricorda alla sala che Tegna da oltre vent’anni, attende la scuola. Antonio Monaco, municipale di Verscio, torna a fungere da parafulmine di tutti i mali dei “cugini”. Angelo Belotti annuncia a gran voce che « il nuovo ente parte in rosso! Non ci sono opportunità ma solo debiti che dovremo assumerci ». Renzo Zurini elenca quelli che sono i “gioielli di famiglia” della sposa Tegna (« ad occhio e croce 10 milioni tra terreni e beni immobili »). Renato Gobbi smentisce il “versciocentrismo” del progetto e cerca di cancellare lo spauracchio del “tutto a loro e a noi nulla”. Poi altra botta di Silvio Balli, stavolta sugli Enti locali: « Elio Genazzi nemmeno ha letto lo studio. Quando è venuto a Tegna a discutere di fusione si è mosso come un elefante in una cristalleria. Fuori i nomi di questi “belzebù” che ci frenano i progetti!». Nell’era della mondializzazione, c’è stato spazio anche per un commento critico di Serena Zurini su facebook. In particolare ha biasimato gli attacchi « offensivi » degli amministratori della pagina dedicata all’argomento. Marco Peter, prima di abbandonare la sala, invita i più “collerici” ad esercitarsi a sorridere dinnanzi allo specchio. La tragicommedia si è chiusa qui (l’aria tesa non si è comunque scaricata). Domani, a Verscio (ore 18, capannone campo sportivo), gran finale alla presenza di due consiglieri di Stato. A seguire maccheronata (speriamo non condita da altre cattiverie).


Corriere del Ticino

Tegna Il rifiuto può starci, certe battute proprio no!
Il Municipio si esprime sulla fusione ma la serata degenera


■Non
è certamente un mistero che a Te­gna, a sentir nominare la fusione comuna­le delle Tre Terre, ad arricciare il naso so­no in diversi. A differenza di Verscio e Ca­vigliano sia il Municipio che svariati citta­dini ostentano un deciso «no» all’aggrega­zione. Dopo le serate informative in cui ad aver avuto la parola furono Cantone e com­missione di studio lunedì sera è toccato al­l’Esecutivo tegnese chiamare a raccolta i propri compaesani e spiegargli – o rispie­gargli a che dir si voglia – le ragioni del mar­cato dissenso. Sublime occasione per co­loro che desideravano ottenere motivazio­ni concrete e precise sul rifiuto ma che, a conti fatti, possono essere rimasti alquan­to delusi. Quella che poteva infatti essere una serata di spunti, confronti, opinioni e quant’altro ha purtroppo finito per scema­re in un’accozzaglia di scontri verbali, po­lemiche a tutto spiano e battute di poco spirito che hanno decisamente messo in secondo piano l’importanza del dibattito. A prescindere se si è pro o contro – entram­be posizioni condivisibili o meno – un dia­logo costruttivo e corretto è base di un di­scorso equo e rispettoso di tutti i conten­denti. Ma così purtroppo non è stato, no­nostante un inizio promettente. A differen­za dei toni alquanto accesi usati nelle pre­cedenti settimane il Municipio, sindaco Omar Balli in primis, ha esordito mante­nendo un basso profilo e pacatamente spiegando il proprio credo. Chiedendo in­nanzitutto rispetto e respingendo le accu­se di campanilismo e menefreghismo sui propri cittadini piovutegli addosso in que­sti giorni, i membri dell’Esecutivo hanno evidenziato la volontà di avere un Comu­ne a misura d’uomo, aperto alla comuni­cazione e che si impegni da solo a miglio­rare i propri servizi a favore dei residenti. A tal proposito è stata ricordata l’apprez­zata socialità tegnese nei confronti di fa­miglie, studenti e l’incondizionato soste­gno alle attività culturali e sportive che ta­le sarà mantenuto. Tornando alla fusione, i municipali hanno ribadito la propria de­lusione nei confronti dell’operato della commissione di studio e del Cantone. Quello che maggiormente disturba Balli e colleghi è una gestione, a loro dire, fretto­losa e superficiale dell’intero progetto di aggregazione. In particolare sarebbe stato l’atteggiamento cantonale – tutto promes­se ma sfuggente quando più conta – la clas­sica goccia che avrebbe poi fruttato un con­tributo «indegno e irrisorio» a un proget­to «zoppo». Il seguente «dibattito» non ha certo reso giustizia né alla presa di posizio­ne municipale né tantomeno a quella dei promotori. Un discorso confuso, più ba­sato su cifre che su prospettive di benes­sere e infarcito di stoccate non propria­mente congeniali. Tra chi giudica certe opi­nioni da «università cambogiana di Pol Pot» e chi si vanta d’aver perso abbastan­za capelli rispetto a chi «40 anni fa non era neanche uno spermatozoo» è comunque arrivata la ragionata posizione della signo­ra Serena Zurini. Riconoscendo una Te­gna molto cambiata ma competente nei suoi servizi, Zurini ha sottolineato un cli­ma troppo teso a fine di una fusione felice, criticando alcuni interventi («Avvelenare chi è contro», «Mentalità medievale e ot­tusa ») trovati su una delle pagine Facebo­ok di sostegno che, seppur metafore, non darebbero quell’essenziale base di rispet­to e positività a un’unione equa.I.S.


Giornale del Popolo

Lunedì il Municipio di Tegna ha giustificato il suo «no»
Nuova serata sulla fusione, stesso clima teso e irascibile

di DOMINIQUE RATTAGGI-SALMINA

Altra serata, stesso scenario... litigioso. Lunedì sera a Tegna, in occasione dell’incontro organizzato dal locale Municipio con l’intento di spiegare alla popolazione le motivazioni della sua
posizione contraria alla fusione, il pubblico non si è risparmiato, cadendo (troppo spesso) in atteggiamenti scortesi e, lasciatecelo dire, poco costruttivi. Una “spettatrice”, prima di lasciare la sala, ai giornalisti presenti ha detto: «È proprio vero che al Teatro Dimitri ci si diverte di meno». Questo per dire che se ne sono sentite di tutti i colori.
L’incontro è stato organizzato da Tegna per Tegna. Ma, come prevedibile, tra i presenti vi erano anche rappresentanti di Verscio e Cavigliano, decisi a non restare con le mani in mano e a difendere il progetto aggregativo. Addirittura, qualcuno all’inizio ha sussurrato: «Cosa sono venuti a fare? Mica li lasceremo entrare». E invece c’erano e si sono anche fatti sentire.
Il Municipio, che sicuramente sperava in una serata più tranquilla (lo stesso sindaco ci è sembrato infastidito di fronte ad alcuni battibecchi), ha spiegato perché non crede nel progetto,
«un progetto zoppo e versciocentrico». «Ci hanno fatto credere – ha commentato il municipale Igor Lunghi – che l’aggregazione porterà solo vantaggi, ma non è così. Si rischia infatti di perdere, per esempio, la vicinanza al cittadino. Per non parlare di quelle piccole cose, come la sicurezza sul territorio o i contributi alle associazioni sportive, a cui qui a Tegna siamo abituati». «Il Municipio – ha aggiunto Pierangelo Mazzi – respinge compatto la fusione.
Dicono che lo facciamo perché siamo troppo attaccati al “cadreghin”. Ma possibile che siamo cinque, e dico cinque, persone così cattive?». «Noi abbiamo chiesto – ha spiegato il sindaco Omar
Balli – che lo studio venisse congelato,
ma non siamo stati ascoltati. Il risultato è che abbiamo ottenuto un contributo solo di 2 milioni. Chi ha tenuto duro ha ottenuto di più. Senza soldi i progetti non si fanno». E a proposito di
progetti, Fabiano Mellini si è dichiarato scettico sul fatto che con 12,5 milioni per gli investimenti si possano realizzare sia la scuola che il centro civico e il centro sportivo. «E in ogni caso – ha
aggiunto – tutto il resto verrà rimandato alle calende greche». Sulla scuola, però, il Municipio ha tenuto a precisare che si farà anche senza la fusione: «Tra dieci giorni verranno posate le modine ed entro la fine del mese presenteremo la domanda di costruzione»». «Ma voi pensate davvero – ha domandato Sergio Ferrari – che un Comune di 2.600 abitanti peserà di più? Neanche Comuni più grandi, come Minusio o Losone, sono riusciti a farsi ascoltare». Senza dimenticare, poi, l’aspetto finanziario: «Tegna non sta male. E crediamo che in futuro si possa avere un moltiplicatore dell’85%, senza rinunciare alla progettualità». E dopo la relazione dell’Esecutivo, la
parola è passata al pubblico. Un vero fiume in piena, anche fatto di rancori personali, frecciatine e uscite poco gentili. Addirittura si è arrivati a discutere a causa dell’ordine in cui i progetti appaiono sul volantino della fusione. «Altro che l’unione fa la forza», ha affermato Silvio Balli. «Uniti verremo bastonati, turlupinati e fregati». «Il nuovo Comune – ha dichiarato Angelo Belotti – partirà in rosso. Non ci sono opportunità, ma solo nuovi debiti d’assumerci tutti assieme». «Si parla solo di cifre», ha commentato Renato Gobbi. «Siamo ridicoli. Io ho vissuto 37 anni a Tegna
e ora vivo a Verscio. E vi garantisco che non ho preso nessuna malattia tropicale. Basta parlare di versciocentrismo: non è colpa di Verscio se ha i terreni adatti per realizzare i progetti».

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