venerdì 2 settembre 2011

Rassegna stampa - 2 settembre 2011

La Regione Ticino

Il peso del denaro

Cavigliano, primo serrato confronto sul tema dell’aggregazione

D.L.

I cittadini di Cavigliano, stando agli umori della sala, di principio sembrano d’accordo con l’idea di aggregarsi. Ma sull’ipotesi di accorpare i Comuni di Cavigliano, Verscio e Tegna c’è anche chi rompe questo schema. Com’è il caso dei municipali di Tegna, che se la prendono coi pochi soldini versati dal Cantone. Troppo pochi i due milioni per permettere di sognare in grande.

Mercoledì, nella sala comunale, è andata in scena la prima delle 4 serate ufficiali di presentazione del progetto in consultazione popolare il prossimo 25 settembre. Autorità municipali locali, rappresentante del Dipartimento istituzioni e membri della Commissione di studio per l’aggregazione hanno invitato la sala a ragionare su quanto sia davvero opportuno e funzionale unire le forze. Corrado Bianda (Enti locali) ha ricordato il punto di vista del Cantone sul cantiere “aggregazioni”, insistendo sul fatto che le decisioni non devono essere prese di pancia ma con cognizione di causa e senza pregiudizi. Ha pure messo in guardia i presenti sui rischi di una bocciatura del progetto: « Se esce un ‘no’ dalle urne, la porta arrischia di essere chiusa per lungo tempo ».

L’invito a cominciare a ragionare su un nuovo assetto organizzativo è giunto dal sindaco di Cavigliano (brillante la sua presentazione, ndr .) : « Ci sono realtà che hanno una logica che porta alla fusione. La nostra, per certi versi, è una delle più scontate perché geograficamente e demograficamente i nostri tre paesi sono simili – ha esordito Fabrizio Garbani Nerini –. I problemi che dobbiamo affrontare e le competenze sono sempre più di tipo regionale, solo uniti saremo in grado di far sentire la nostra voce. Nessuno di noi, inoltre, preso singolarmente, è in grado di realizzare uno solo dei progetti auspicati nello studio ». Quanto all’aspetto del futuro Comune unico di Tre Terre (nome che, in sala, ha fatto sorgere qualche piccola perplessità) ha spiegato: « Resterà una realtà a misura d’uomo, un villaggio di 2.600 anime con prerogative e peculiarità intatte ma con più autorevolezza ». Applausi scroscianti per lui. Danilo Ceroni, membro della Commissione di studio, ha radiografato, dal punto di vista economico, il quadro attuale e gli scenari futuri. La discussione ha cambiato il passo quando è stato dato spazio agli interventi del pubblico. Romano Maggetti ha esortato i tre Comuni a mettersi assieme, valorizzando le rispettive qualità (il decisionismo di Verscio, la precisione e correttezza di Cavigliano e la sensibilità sociale di Tegna). Il granconsigliere Cick Cavalli ha indicato nel servizio pubblico, nelle pari opportunità e nelle infrastrutture per la cittadinanza le ricchezze del futuro ente. Il primo cittadino di Tegna, Marco Peter, ha definito non rappresentativo della volontà dei cittadini l’attuale Esecutivo di Tegna, ricordando come la maggioranza del Legislativo si sia espressa per la fusione. Sul fronte opposto, a picconate Omar Balli, sindaco di Tegna, ha cercato di sgretolare le speranze di chi crede che, con gli aiuti del Cantone, si possano portare a compimento innumerevoli progetti. Un attacco diretto al Governo, accusato di favorire altri processi aggregativi a scapito del Pedemonte. Immediata la replica di Corrado Bianda, che senza tanti giri di parole ha spiegato che questi due milioni (più incentivi sotto altre forme) non erano nemmeno stati previsti, dal momento che la fusione nel Pedemonte non rientra nei progetti che beneficiano del credito complessivo di 120 milioni. Per la serie, prendeteveli in fretta e zitti. « La vostra rabbia contro il Cantone – ha osservato Garbani Nerini – non vi deve allontanare da noi! La fusione noi la facciamo per il nostro interesse, non per quello di Bellinzona. Il chiudersi a riccio non si giustifica. Al contrario, dovremo darci una mano ». Ulteriore ondata di applausi. Finale assai arroventato: Omar Balli è tornato a suonare il tam tam delle “pie illusioni”, concetto ripetuto all’inverosimile, tanto da mandare su tutte le furie alcuni presenti. Il suo collega di Municipio Sergio Ferrari ha invece parlato di una « progettualità che non può esserci. Senza soldi partiamo zoppi! ».

Ma di denaro, anche a Tegna, a detta di Antonio Monaco, della Commissione di studio, non ce n’è: con quattro cifre messe lì con gran dimestichezza ha distrutto il forziere dei “cugini”. Come dire o vi unite, o finirete presto sul lastrico.

Il vil denaro resta comunque, una volta ancora, una delle cause di pregiudizio nei confronti del matrimonio a tre.



Corriere del Ticino
Tre Terre Ultima spiaggia per la fusione comunale
Cavigliano confida nel sì, ancora dubbi da parte tegnese


Secondo un noto proverbio per fare un matrimonio bisogna essere in due. Poco confutabile in un contesto pura­mente legale e coniugale. Piuttosto di­scutibile, in senso positivo s'intende, se il riferimento è il prossimo 25 settem­bre, giorno in cui le popolazioni di Te­gna, Verscio e Cavigliano saranno chia­mate a votare in merito al progetto di aggregazione delle Tre Terre o, in altre parole, a confermare che l'affare - o me­glio, l' opportunità - non può essere ta­le se non stipulata a tre. Ipotesi che gli addetti ai lavori, in primis il gruppo di sostegno «L'Unione fa la forza», si au­gurano entri nella testa e nel cuore dei cittadini di tutte e tre le località che de­cideranno le sorti della nuova entità co­munale. Nella testa, pensando al mag­giore peso politico, autonomia e pote­re decisionale che deriverebbero da un esito positivo delle votazioni. Nel cuo­re, se davvero si ha a cuore (il gioco di parole è d'obbligo) il potenziale benes­sere socio-economico a vantaggio del­la comunità locale. Sembrano queste, perlomeno, le aspettative raccolte du­rante la prima serata informativa sul processo di fusione, tenutasi mercole­dì a Cavigliano.
Ticino da riorganizzare

L'incontro, prima di procedere col pun­to di vista dei diretti interessati, è stato comunque introdotto da una panora­mica cantonale. Se un processo di ag­gregazione avviene soprattutto nell'in­teresse della popolazione residente - coi relativi benefici - sono altresì perti­nenti le motivazioni fornite da parte del
Consiglio di stato. Come sottolineato da Corrado Bianda della Sezione enti locali, le diverse fusioni avvenute negli scorsi anni su suolo cantonale sono par­te fondamentale dell'importante rior­ganizzazione istituzionale in corso, comprendente una massiccia riduzio­ne del numero di comuni. Passare quin­di dalle 247 entità del 1994 - troppe per una popolazione di 350 mila abitanti - a un potenziale centinaio consentireb­be alle autorità l'istituzione di comuni finanziariamente sani, da mantenere tali nel corso del tempo dandogli mag­giore autonomia e capacità contrattua­li. Per la cronaca l'attuale situazione ve­de 157 unità, 90 in meno rispetto al 1994.
Ultima occasione

La conclusione di Bianda è perentoria: se stavolta il progetto non passasse, co­me accadde nel 2002 causa rinuncia della popolazione di Tegna, di occasio­ni per riproporlo, ridiscuterlo e rimet­terlo in votazione non vi saranno più. Nello stesso tempo, però, è stato ricor­dato che proprio per la sua importan­za la decisione va pur presa con crite­rio e coscienza, soppesando tutti i fat­tori del caso.

Qui Cavigliano

Ricollegandosi al discorso precedente è poi toccato a Cavigliano (in cui, nel 2002, la votazione passò sul filo del ra­soio) sintetizzare le ragioni per portare i cittadini verso il «sì». Un'unione, que­sta, che avverrebbe fra tre realtà conti­gue oltre che simili, un'unione nella lo­
ro specificità e che, secondo il sindaco
Fabrizio Garbani Nerini
, è una delle più scontate in Ticino perché l'impor­tante riassestamento a livello di Muni­cipio e Consiglio comunale portereb­be maggiori efficacia ed efficienza nel risolvere le problematiche comuni al­le località coinvolte. Tra esse, notevoli passi si farebbero verso una miglior sta­bilità finanziaria che consentirebbe, di conseguenza, miglior progettualità. Ci­tati a tal proposito, tra gli altri, i piani per la nuova scuola a Tegna, per la pa­lestra, per la ristrutturazione del centro amministrativo di Verscio e per l'ade­guato completamento della pista cicla­bile lungo la Melezza.
La parola al pubblico

Nonostante un clima favorevole alla fu­sione alcuni rappresentanti del comu­ne di Tegna non hanno esitato a solle­vare qualche dubbio, soprattutto sul comportamento del Cantone che, a det­ta del sindaco
Omar Balli , ha deciso la cifra del contributo ben prima di con­sultare il rapporto definitivo della com­missione. A tal riguardo i 2 milioni ba­sterebbero per la realizzazione di ben pochi progetti rispetto a quelli in lista. Non è mancato un piccolo scontro ver­bale con l'omologo caviglianese, che ha accusato il collega di eccessiva ridon­danza dopo l'ennesima critica alle au­torità.
Ieri sera è stata la volta di Verscio e mar­tedì 6 settembre toccherà a Tegna, men­tre il 10 settembre, sempre a Tegna, par­te la simbolica biciclettata.

IVAN SUGAR



Giornale del Popolo
PEDEMONTE Primo incontro pubblico
«La fusione utile anche a Tegna»

La prima delle quattro serate pubbliche dedicate all’aggregazione del Pedemonte è andata in scena mercoledì, nella sala comunale di Tegna, in vista della consultazione popolare del prossimo 25 settembre. Autorità municipali locali, rappresentante del Dipartimento istituzioni e membri della Commissione di studio per l’aggregazione hanno invitato la sala a ragionare su quanto sia
davvero opportuno e funzionale unire le forze.
Corrado Bianda (Enti locali) ha insistito sul fatto che le decisioni non devono essere prese di pancia ma con cognizione di causa e senza pregiudizi. Ha pure messo in guardia i presenti sui rischi di una bocciatura del progetto: «Se esce un “no” dalle urne, la porta arrischia di essere chiusa per lungo tempo
».
Anche il sindaco di Cavigliano Fabrizio Garbani Nerini, attraverso una brillante relazione,
ha invitato a ragionare attentamente: «Ci sono realtà che hanno una logica che porta alla fusione», ha esordito. «La nostra, per certi versi, è una delle più scontate perché geograficamente e demograficamente i nostri tre paesi sono simili. I problemi che dobbiamo affrontare e le competenze sono sempre più di tipo regionale, solo uniti saremo in grado di far sentire la nostra voce. Nessuno di noi, inoltre, preso singolarmente, è in grado di realizzare uno solo dei progetti auspicati nello studio».
Il nuovo Comune, ha proseguito, «resterà una realtà a misura d’uomo, un villaggio di
2600 anime con prerogative e peculiarità intatte ma con più autorevolezza». Applausi scroscianti.
Sul fronte opposto, Omar Balli, sindaco di Tegna, il quale ha cercato di smontare le speranze
di chi crede che, con gli aiuti del Cantone, si possano portare a compimento innumerevoli
progetti. Un attacco diretto al Governo, accusato di favorire altri processi aggregativi a scapito del Pedemonte. «La vostra rabbia contro il Cantone – ha replicato Garbani Nerini – non vi deve allontanare da noi! La fusione noi la facciamo per il nostro interesse, non per quello di Bellinzona». Applausi. Il clima si è scaldato. Omar Balli è tornato a suonare il tam tam delle “pie illusioni”, concetto ripetuto più e più volte. Dunque il Cantone non darebbe abbastanza soldi,
quindi meglio lasciare perdere? Ma in realtà di denaro, anche a Tegna, a detta di Antonio Monaco della Commissione di studio, non ce n’è: ha dimostrato con poche ma chiare cifre che o ci si unisce o si finisce sull’astrico».

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