Tegna, insulti ‘aggregati’
Serata informativa sulla fusione polemica e poco costruttiva
D.L.Qualcuno, seduto tra il pubblico, martedì sera ha affermato: « Anche Tegna ha il suo teatro.. .». Una chiara allusione allo spettacolo – non certo costruttivo – andato in scena nella gremitissima sala comunale. Se ne son sentite di tutti i colori. Non solo cose sensate, coraggiose, in linea coi tempi, bensì anche attacchi personali, gesti da stadio, livore e offese. Il braccio di ferro tra favorevoli e contrari all’aggregazione (parsi minoritari tra il pubblico) ha acceso gli animi. Il sipario si è aperto con la presentazione del progetto affidata aMarco Mina eMarco Rieder , della Commissione di studio. Il primo ha illustrato i vantaggi dell’unione dei Comuni, il secondo focalizzato l’attenzione sugli aspetti finanziari. Quando ha osato toccare il tasto del moltiplicatore d’imposta di Tegna – croce e delizia del discorso aggregativo – affermando che, con gli investimenti in arrivo, ci sarà da mettere in conto un incremento di circa 21 punti della pressione fiscale, sono saltati i nervi ad alcuni presenti. Il sindaco Omar Balli lo ha smentito sbattendogli sotto il naso il consuntivo 2010, che chiuderà con un attivo da capogiro (il 2011 sarà comunque ancora nel segno del rosso) e contestando i dati forniti. Ha accusato i relatori di aver ritoccato le cifre esposte rispetto alle precedenti serate. Silvio Balli , consigliere comunale, promotore nel 2006 di una mozione a favore della fusione, non ha nascosto la sua delusione: « Il progetto presentato è “versciocentrico” e Tegna subisce una rapina! Siamo sempre stati in grado di onorare i nostri impegni e possiamo investire grazie al capitale proprio». Poi giù fiondate senza freno agli Enti locali, alla Commissione di studio e ai “vicini” di casa. Ironicamente, Antonio Monaco , municipale di Verscio, ha ringraziato l’autorità municipale di Tegna per la « grande collaborazione dimostrata in questi anni ». Angelo Belotti , già municipale di Tegna, ha spostato il discorso sul terreno della legittimità: « Che diritto abbiamo noi, verso le generazioni passate e future, di svendere i nostri Comuni? I progetti che avete in mente, senza soldi, ve li scordate. Ad altri studi aggregativi vanno i milioni, a noi nulla; aprite gli occhi! ». Prese le difese del Cantone, Corrado Bianda ha fatto presente che i processi aggregativi erano stati avviati a suo tempo per aiutare quei Comuni che versavano in compensazione. Il Pedemonte, ha detto, non rientra in quest’ottica. Perciò « la vostra è un’aggregazione di opportunità ».Marco Peter , presidente del Cc di Tegna, ha rivolto un accorato appello a votare “sì” per 3 ragioni: l’esperienza positiva di coloro che hanno già fusionato; la testa; la pancia e il cuore. Ha poi osservato che, « per lavorare bene ci vuole un ambiente sereno» (che a Tegna, in questi ultimi anni, non c’è).
Dal dito medio al ‘vizietto’
Un dito medio (« mal interpretato », si è affrettato a precisare l’interessato) di Silvio Balli all’indirizzo del sindaco di Cavigliano Fabrizio Garbani Nerini ha imbarazzato la sala. Senza scomporsi questi ha tirato dritto: « Non capisco chi vede l’aggregazione unicamente come modo per ottenere il più possibile dal Cantone per il proprio orto. Siamo delle comunità molto simili, affrontiamo le sfide future uniti. Non siamo nemici. Rinunciate a creare un clima da caccia alle streghe! ».
Arringato in fondo alla sala, Omar Balli ha commentato: «S arò campanilista, ma non mi sembra giusto che Tegna debba rinunciare alle sue iniziative a favore di un progetto che non dispone delle basi per reggersi ». Poi l’ennesima stoccata di Silvio Balli ai cugini di Verscio, accusati di essere dei “manipolatori di cifre incredibili” e di « avere il vizietto di far pagare agli altri anche la loro parte ». Un “altolà” a chi parla di “versciocentrismo” è invece arrivato nell’affondo di Valentina De Bianchi , del Gruppo di sostegno alla fusione: « Ma in che secolo vivete? In 30 secondi, uno in auto da Tegna arriva a Verscio!».
Seguita da un’impietosa messa a nudo della situazione locale: «A Tegna i contrasti personali sono il fulcro della politica. Ci vuole un ‘click’ che ci faccia capire che uniti siamo più forti ».
Anche il granconsigliere verscese Francesco Cavalli ha fatto sentire la sua voce: « La ricchezza di un Comune non la si misura solo dal moltiplicatore. Non dobbiamo andare a votare col portafoglio !». Romano Maggetti , ex consigliere di Cavigliano, dal canto suo ha esortato il futuro Municipio a partire di slancio con i progetti previsti. Silvio Balli ha rovesciato una carriola di critiche sulle sezioni Ppd e Ps di Tegna per il loro appoggio incondizionato all’aggregazione. Sergio Ferrari , municipale di Tegna, ha chiuso il dibattito inneggiando alla “disinformazione”.
Giù il sipario. Gli attori-sceneggiatori, incazzati neri e non, hanno lasciato la sala. Non sappiamo se ci sia sfuggito qualcosa. Ma l’impressione è che si sia parlato troppo di denaro. L’ occasione per discutere di cose più costruttive, che non costa nulla, è andata perduta.
Nel mirino «versciocentrismo» e poca trasparenza cantonale
❚❘❙ Martedì è toccato, finalmente, anche a Tegna ospitare la consueta serata informativa sul progetto aggregativo delle Tre Terre. Finalmente, perché dopo due incontri piuttosto distesi e quantomeno possibilisti a Cavigliano e Verscio stavolta le premesse per una serata di tono decisamente più bollente rispetto alle altre c’erano tutte. Si ricorda la più che netta rinuncia tegnese al progetto del 2002 e i diversi dubbi dei suoi rappresentanti sorti durante i precedenti due dibattiti: come da copione la terza e ultima discussione, stavolta nella tana del lupo, si è risparmiata su poco o nulla. Dopo l’esposto dei relatori, per la verità poco differente rispetto a quanto sentito la settimana prima, la parola è passata al pubblico e, come anticipato, gli animi si sono scaldati. Il primo argomento basilare dei contestanti, tra cui han spiccato gli attivissimi Silvio e Omar Balli (sindaco), puntò perentoriamente il dito sul previsto – e inadeguato rispetto ai «soli» due milioni di contributi cantonali – moltiplicatore al 90%. A rincarare la dose, avvertendo dell’incombenza di una svendita vergognosa e discriminante, ci ha invece pensato Angelo Belotti.
Gli scettici, oltre ad accusare le autorità di scarsa trasparenza e manipolazione di cifre, si domandano di quale progettualità si potrà mai discutere di fronte a cotanta parsimonia da parte del Consiglio di Stato. Il quale, per giunta, viene ricordato molto più generoso in occasione dell’unione fra Avegno e Gordevio (10,5 milioni) e della questione luganese (43 milioni). Tegna avrà la sua scuola, questo è certo, ma sulle altre, necessarie opere da mettere in cantiere l’ottimismo non regna sovrano. A conti fatti Tegna, quindi, starebbe benissimo così com’è e il processo aggregativo non farebbe che intaccarne il lauto benessere economico. Come tentativo di sfatare tale illusione è arrivata, in replica, la relazione finanziaria presentata da Marco Rieder il cui messaggio, in essenza, riporta una situazione dei conti comunali non propriamente rosea, esattamente all’opposto delle convinzioni di una Tegna finanziariamente in salute. Esempio pratico derivante è proprio la realizzazione del nuovo istituto scolastico tegnese che andrà in porto, come detto, con o senza fusione. Secondo i calcoli illustrati i costi derivanti dalla costruzione della scuola porteranno un aumento del 21% di punti del moltiplicatore aritmetico con conseguente diminuzione del capitale proprio con cui assorbire i deficit. Insomma, c’è chi pensa che con due milioni non si farà niente, mentre Romano Maggetti sottolinea che senza di si farà ancor di meno. Tornando all’acceso dibattito, tra gli altri pomi della discordia figurano la situazione dell’azienda dell’acqua potabile e il temuto «versciocentrismo » che, secondo i titubanti, farà tutto meno che l’interesse pubblico. Tutti comunque concordi su peso e importanza del prossimo 25 settembre che una volta per tutte dirà se il vento del 2002 è cambiato. I.S.
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