giovedì 8 settembre 2011

Rassegna stampa - 8 settembre 2011

La Regione Ticino

Tegna, insulti ‘aggregati’

Serata informativa sulla fusione polemica e poco costruttiva

D.L.

Qualcuno, seduto tra il pubblico, martedì sera ha affermato: « Anche Tegna ha il suo teatro.. .». Una chiara allusione allo spettacolo – non certo costruttivo – andato in scena nella gremitissima sala comunale. Se ne son sentite di tutti i colori. Non solo cose sensate, coraggiose, in linea coi tempi, bensì anche attacchi personali, gesti da stadio, livore e offese. Il braccio di ferro tra favorevoli e contrari all’aggregazione (parsi minoritari tra il pubblico) ha acceso gli animi. Il sipario si è aperto con la presentazione del progetto affidata aMarco Mina eMarco Rieder , della Commissione di studio. Il primo ha illustrato i vantaggi dell’unione dei Comuni, il secondo focalizzato l’attenzione sugli aspetti finanziari. Quando ha osato toccare il tasto del moltiplicatore d’imposta di Tegna – croce e delizia del discorso aggregativo – affermando che, con gli investimenti in arrivo, ci sarà da mettere in conto un incremento di circa 21 punti della pressione fiscale, sono saltati i nervi ad alcuni presenti. Il sindaco Omar Balli lo ha smentito sbattendogli sotto il naso il consuntivo 2010, che chiuderà con un attivo da capogiro (il 2011 sarà comunque ancora nel segno del rosso) e contestando i dati forniti. Ha accusato i relatori di aver ritoccato le cifre esposte rispetto alle precedenti serate. Silvio Balli , consigliere comunale, promotore nel 2006 di una mozione a favore della fusione, non ha nascosto la sua delusione: « Il progetto presentato è “versciocentrico” e Tegna subisce una rapina! Siamo sempre stati in grado di onorare i nostri impegni e possiamo investire grazie al capitale proprio». Poi giù fiondate senza freno agli Enti locali, alla Commissione di studio e ai “vicini” di casa. Ironicamente, Antonio Monaco , municipale di Verscio, ha ringraziato l’autorità municipale di Tegna per la « grande collaborazione dimostrata in questi anni ». Angelo Belotti , già municipale di Tegna, ha spostato il discorso sul terreno della legittimità: « Che diritto abbiamo noi, verso le generazioni passate e future, di svendere i nostri Comuni? I progetti che avete in mente, senza soldi, ve li scordate. Ad altri studi aggregativi vanno i milioni, a noi nulla; aprite gli occhi! ». Prese le difese del Cantone, Corrado Bianda ha fatto presente che i processi aggregativi erano stati avviati a suo tempo per aiutare quei Comuni che versavano in compensazione. Il Pedemonte, ha detto, non rientra in quest’ottica. Perciò « la vostra è un’aggregazione di opportunità ».Marco Peter , presidente del Cc di Tegna, ha rivolto un accorato appello a votare “sì” per 3 ragioni: l’esperienza positiva di coloro che hanno già fusionato; la testa; la pancia e il cuore. Ha poi osservato che, « per lavorare bene ci vuole un ambiente sereno» (che a Tegna, in questi ultimi anni, non c’è).

Dal dito medio al ‘vizietto’

Un dito medio (« mal interpretato », si è affrettato a precisare l’interessato) di Silvio Balli all’indirizzo del sindaco di Cavigliano Fabrizio Garbani Nerini ha imbarazzato la sala. Senza scomporsi questi ha tirato dritto: « Non capisco chi vede l’aggregazione unicamente come modo per ottenere il più possibile dal Cantone per il proprio orto. Siamo delle comunità molto simili, affrontiamo le sfide future uniti. Non siamo nemici. Rinunciate a creare un clima da caccia alle streghe! ».

Arringato in fondo alla sala, Omar Balli ha commentato: «S arò campanilista, ma non mi sembra giusto che Tegna debba rinunciare alle sue iniziative a favore di un progetto che non dispone delle basi per reggersi ». Poi l’ennesima stoccata di Silvio Balli ai cugini di Verscio, accusati di essere dei “manipolatori di cifre incredibili” e di « avere il vizietto di far pagare agli altri anche la loro parte ». Un “altolà” a chi parla di “versciocentrismo” è invece arrivato nell’affondo di Valentina De Bianchi , del Gruppo di sostegno alla fusione: « Ma in che secolo vivete? In 30 secondi, uno in auto da Tegna arriva a Verscio!».

Seguita da un’impietosa messa a nudo della situazione locale: «A Tegna i contrasti personali sono il fulcro della politica. Ci vuole un ‘click’ che ci faccia capire che uniti siamo più forti ».

Anche il granconsigliere verscese Francesco Cavalli ha fatto sentire la sua voce: « La ricchezza di un Comune non la si misura solo dal moltiplicatore. Non dobbiamo andare a votare col portafoglio !». Romano Maggetti , ex consigliere di Cavigliano, dal canto suo ha esortato il futuro Municipio a partire di slancio con i progetti previsti. Silvio Balli ha rovesciato una carriola di critiche sulle sezioni Ppd e Ps di Tegna per il loro appoggio incondizionato all’aggregazione. Sergio Ferrari , municipale di Tegna, ha chiuso il dibattito inneggiando alla “disinformazione”.

Giù il sipario. Gli attori-sceneggiatori, incazzati neri e non, hanno lasciato la sala. Non sappiamo se ci sia sfuggito qualcosa. Ma l’impressione è che si sia parlato troppo di denaro. L’ occasione per discutere di cose più costruttive, che non costa nulla, è andata perduta.

Giornale del Popolo

FUSIONE DEL PEDEMONTE Aria tesa per una serata (quasi) monotematica
A Tegna in molti voteranno pensando solo al portafoglio Corriere del Ticino

di DOMINIQUE RATTAGGI-SALMINA
Soldi, soldi e ancora soldi. Martedì a Tegna, durante la terza serata dedicata all’aggregazione nelle Terre di Pedemonte, si è parlato quasi esclusivamente di finanze. Moltiplicatore politico, moltiplicatore aritmetico, contributo cantonale: sono temi sui quali si è a lungo dibattuto, in un clima abbastanza teso. E la sensazione è che molti, il 25 settembre, voteranno pensando al portafoglio. La sala era gremita. Segno che attorno all’argomento c’è interesse. Ma anche grande timore. L’aggregazione – non è certo una novità – divide. E martedì sera il fronte del «no» si è fatto sentire a gran voce. Non sono mancate, però, le prese di posizione favorevoli. Espresse con toni più pacati e spesso interrotte, anche in maniera poco educata, da chi la pensava diversamente. Una discussione piuttosto ripetitiva, in un contesto piuttosto litigioso.
La presentazione del progetto non è piaciuta a Omar Balli, che ha contestato alcuni dati relativi al suo Comune, secondo lui non veritieri ed esposti in modo da screditare Tegna ed esaltare
Verscio. Al sindaco il progetto proprio non va giù: «Faccio parte di coloro che hanno firmato la petizione per far ripartire il discorso della fusione. Ma sinceramente mi aspettavo qualcosa
di più. Non dobbiamo rinunciare alla nostra progettualità per un progetto versciocentrico».
Posizione simile quella del consigliere comunale Silvio Balli: «Nei giorni scorsi il GdP ha ricordato che ho presentato una mozione per rilanciare l’aggregazione. Non ho cambiato idea, ma pensavo in un progetto migliore, non incentrato ancora una volta principalmente su Verscio. Ci è stata fatta una proposta scandalosa e umiliante. Per Tegna una vera rapina. I contribuenti del nostro Comune pagheranno di più e per avere cosa in cambio? Niente». «Mi domando – gli ha fatto
eco l’ex municipale Angelo Belotti – che diritto abbiamo noi, nei confronti delle generazioni future, di svendere i nostri Comuni. I due milioni che ci hanno offerto non sono nulla confronto a quelli che sono stati stanziati per la Vallemaggia». Un punto, quello del contributo cantonale, dolente per molti. Anche se Corrado Bianda, presente a nome della Sezione enti locali, ha cercato di spiegare che quella nelle Terre di Pedemonte è un’aggregazione d’opportunità.
«Io – ha commentato il consigliere comunale Marco Peter – voterò “sì”, con la testa e con la pancia, basandomi sull’esperienza di chi ci è già passato ». «Da un punto di vista geografico -
ha aggiunto l’ing. Franco Donati – siamo già un Comune unico. Al momento del voto pensiamo ai nostri figli». Un invito espresso anche da Francesco Cavalli (gruppo di sostegno). «Personalmente – ha affermato Marco Mina della Commissione di studio – riesco a capire chi dice che voterà contro con il cuore, ma non chi lo farà per motivi economici». «È ora di cambiare mentalità», ha
spiegato Valentina De Bianchi del gruppo di sostegno all’aggregazione. «La fusione non è una transazione finanziaria. Votiamo “sì” non per i soldi, ma per tutto il resto che ci può dare». Favorevole anche il commento del sindaco di Cavigliano Fabrizio Garbani Nerini: «Aggregarsi
per ottenere qualcosa in più per il proprio Comune è una visione che non condivido. Preferisco quella di creare una grande comunità. Questo progetto è una buona proposta per i nostri cittadini. Allo stato attuale la migliore».

Pedemonte Tegna resiste, la fusione tuttora un tabù
Nel mirino «versciocentrismo» e poca trasparenza cantonale


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Martedì è toccato, finalmente, an­che a Tegna ospitare la consueta se­rata informativa sul progetto aggrega­tivo delle Tre Terre. Finalmente, per­ché dopo due incontri piuttosto di­stesi e quantomeno possibilisti a Ca­vigliano e Verscio stavolta le premes­se per una serata di tono decisamen­te più bollente rispetto alle altre c’era­no tutte. Si ricorda la più che netta ri­nuncia tegnese al progetto del 2002 e i diversi dubbi dei suoi rappresentan­ti sorti durante i precedenti due dibat­titi: come da copione la terza e ultima discussione, stavolta nella tana del lu­po, si è risparmiata su poco o nulla. Dopo l’esposto dei relatori, per la ve­rità poco differente rispetto a quanto sentito la settimana prima, la parola è passata al pubblico e, come antici­pato, gli animi si sono scaldati. Il pri­mo argomento basilare dei contestan­ti, tra cui han spiccato gli attivissimi Silvio e Omar Balli (sindaco), puntò perentoriamente il dito sul previsto – e inadeguato rispetto ai «soli» due mi­lioni di contributi cantonali – molti­plicatore al 90%. A rincarare la dose, avvertendo dell’incombenza di una svendita vergognosa e discriminan­te, ci ha invece pensato Angelo Belot­ti.
Gli scettici, oltre ad accusare le au­torità di scarsa trasparenza e manipo­lazione di cifre, si domandano di qua­le progettualità si potrà mai discute­re di fronte a cotanta parsimonia da parte del Consiglio di Stato. Il quale, per giunta, viene ricordato molto più generoso in occasione dell’unione fra Avegno e Gordevio (10,5 milioni) e
della questione luganese (43 milioni). Tegna avrà la sua scuola, questo è cer­to, ma sulle altre, necessarie opere da mettere in cantiere l’ottimismo non regna sovrano. A conti fatti Tegna, quindi, starebbe benissimo così co­m’è e il processo aggregativo non fa­rebbe che intaccarne il lauto benes­sere economico. Come tentativo di sfatare tale illusione è arrivata, in re­plica, la relazione finanziaria presen­tata da Marco Rieder il cui messag­gio, in essenza, riporta una situazio­ne dei conti comunali non propria­mente rosea, esattamente all’opposto delle convinzioni di una Tegna finan­ziariamente in salute. Esempio prati­co derivante è proprio la realizzazio­ne del nuovo istituto scolastico tegne­se che andrà in porto, come detto, con o senza fusione. Secondo i calcoli il­lustrati i costi derivanti dalla costru­zione della scuola porteranno un au­mento del 21% di punti del moltipli­catore aritmetico con conseguente di­minuzione del capitale proprio con cui assorbire i deficit. Insomma, c’è chi pensa che con due milioni non si farà niente, mentre Romano Magget­ti sottolinea che senza di si farà ancor di meno. Tornando all’acceso dibatti­to, tra gli altri pomi della discordia fi­gurano la situazione dell’azienda del­l’acqua potabile e il temuto «verscio­centrismo » che, secondo i titubanti, farà tutto meno che l’interesse pub­blico. Tutti comunque concordi su pe­so e importanza del prossimo 25 set­tembre che una volta per tutte dirà se il vento del 2002 è cambiato. I.S.

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