giovedì 22 settembre 2011

Il progetto è buono. Lo dicono i numeri

I tempi per l'aggregazione di Caviglia­no, Verscio e Tegna sono maturi: dopo il primo tentativo finito male, il prossimo 25 settembre la popolazione deciderà nuovamente – e spero definitivamente ­sull'avvenire delle Tre Terre. In queste ul­time settimane, il progetto è diventato un argomento molto importante e – co­me è logico che sia - sono nate iniziative pro e contro, tutte (o quasi) rispettabili. Da una parte si sono visti schierati gli Ese­cutivi di Cavigliano e Verscio in corpore, incondizionatamente a favore della, fu­sione mentre il Municipio di Tegna – co­me già 9 anni or sono – si è detto decisa­mente contrario. Le motivazioni ufficia­li di Tegna per il «no» all'aggregazione sono principalmente di ordine econo­mico. Il contributo cantonale – che, va ri­cordato, ammonta a 2 milioni di franchi – viene ritenuto vergognoso, e il proget­to è inoltre giudicato troppo «Verscio­centrico ». A mio parere, in questa oppo­sizione all'unione amministrativa vedia­mo l'ultimo, disperato, tentativo di difen­dere il proprio orticello. Negli ultimi giorni, è poi emerso un non meglio definito «Gruppo apolitico di chiarezza»: talmente tanta chiarezza, che non è nemmeno possibile identificarne i promotori. Quale unica persona di ri­ferimento si menziona il prof. Claudio Beretta (alias «Tom»), del quale viene ri­proposta una presa di posizione appar­sa il 13 settembre anche sul Corriere del Ticino; noi di Verscio siamo abituati agli isterismi del «prof», ma in questo caso pare che non ci sia limite al peggio.

Procediamo con ordine. Il prof. Beretta vede Verscio accaparrarsi tutti i contri­buti cantonali. E invece, i 2 milioni di franchi in arrivo da Bellinzona sono sì destinati alla riduzione del debito pub­blico, ma quello di Cavigliano e – soprat­tutto – quello eccessivamente alto di Te­gna. Per quanto riguarda invece gli inve­stimenti, l'aiuto avverrà in base alla Leg­ge ordinaria, ragione per la quale la Com­missione ha dovuto stabilire delle prio­rità. La scelta finale è caduta, come no­to, su tre progetti: la scuola di Tegna, già in fase di progettazione, il Centro ammi­nistrativo e culturale a Verscio e il centro sportivo, con palestra, sempre a Verscio. Tre progetti che, verosimilmente, potran­no essere portati a termine nell'arco di 4-8 anni senza intaccare gli obiettivi di una gestione corrente del nuovo Comu­ne in pareggio e senza aumenti spropor­zionati del debito pubblico netto. La pro­gettualità futura, che riguarda i rimanen­ti investimenti individuati dalla Commis­sione, rimane intatta. Infatti, le nostre previsioni indicano che - dopo il conso­lidamento dei primi tre investimenti - ri­marrà spazio per proseguire con le nuo­ve opere: senza peggiorare la struttura fi­nanziaria del nuovo Comune e mante­nendo un moltiplicatore politico del 90%. Nelle serate informative, tenutesi nei tre Comuni interessati alla fusione – in par­ticolare a Tegna – sono stato definito un «funambolo» e un «manipolatore di ci­fre ». È evidente che a Verscio, con la vi­cinanza alla Scuola Dimitri, un po' fu­namboli lo siamo diventati tutti: però, l'accusa di avere manipolato i numeri è del tutto fuori posto, così come quella di volere «tirare acqua al mio mulino», ove per «mio» si intende ovviamente quello di Verscio. Cercherò di chiarire – in mo­do semplice e una volta per tutte – la si­tuazione finanziaria degli attuali tre Co­muni e dove vanno a finire i contributi del Cantone. Tegna ha risorse fiscali net­tamente maggiori degli altri tre Comu­ni, ma ha anche ha un debito pubblico nettamente più elevato: praticamente il 'miserabile' contributo del Cantone di 2 milioni, più l'aiuto di Verscio, va in ri­duzione del debito degli altri due Comu­ni. Tegna ha dalla sua un capitale pro­prio elevato, certo, ma considerando la necessità di risanamento dell'Azienda Acqua potabile tale valore si riduce sen­sibilmente, pur rimanendo alto. Rag­gruppando e consolidando questi para­metri finanziari – e senza timore di esse­re smentito – ne risulta che Cavigliano è il maggior beneficiario dell'aggregazio­ne con 1 milione e 980 mila franchi, se­guito da Tegna con 406 mila: per Verscio la situazione non cambia invece di mol­to (anche se in cifre assolute peggiora di 88 mila franchi). Confermo quindi che Verscio, per chi non sapesse ancora, non è un Comune «con le pezze ai pantalo­ni » – come si compiace di affermare qual­cuno – e nemmeno «rapinatore dei gio­ielli di famiglia altrui», bensì lungimiran­te e con uno sguardo attento e interessa­to al futuro della nostra regione, anche a favore delle nuove generazioni. Da ulti­mo, la cosa più importante: invito tutti a recarsi alle urne e a votare, democratica­mente, secondo le loro convinzioni.

Antonio Monaco,
municipale di Verscio

da il Corriere del TIcino, 22 settembre

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