di Maricarmen Losa, * municipale di Verscio
Ho seguito con molto interesse tutte le serate informative sull’aggregazione di Tegna Verscio
e Cavigliano e devo dire che già dalla prima presentazione il pensiero che mi accompagnava alla fine di ogni esposto, era una certa desolazione per l’assenza dei nostri giovani a questi momenti d’informazione, che concernevano anche il loro futuro. Mi sono resa conto che la loro partecipazione era veramente scarsa e onestamente la cosa mi sconcertava. Questa sensazione
però è sciamata dopo la serata tenutasi a Tegna lo scorso 12 settembre; alla fine del dibattito,
uscendo ho capito di che fortuna abbiano avuto i nostri ragazzi a starsene a casa. Ma se questi giovani fossero stati presenti, che razza di idea si sarebbero fatti della politica che viene svolta
da alcune persone alle nostre latitudini? Persone che invece di portare argomentazioni
valide ad avallare le loro idee, sprecano energie inveendo contro gli altri, apostrofando coloro
che non la pensano allo stesso modo con appellativi poco consoni alla civiltà in cui viviamo.
Il paradosso più grande e che poi ci si stupisce che sempre meno gente si interessi all’amministrazione comunale e che sempre meno persone si mettano a disposizione per la collettività. Ma che immagine vogliamo trasmettere facendo politica in questa maniera? Viviamo o non viviamo in uno stato in cui vige la democrazia? Non è forse il caso di ricordare a certi individui che è lecito avere opinioni divergenti e ogni pensiero altrui si può non condividere ma va in ogni caso rispettato? Non è forse in questo modo che si possono intraprendere discussioni costruttive dove il confronto dovrebbe essere un percorso di crescita e non di annientamento di uno o dell’altro con rancori e personalismi che dovrebbero restare al di fuori di certi ambiti?
Ho assistito basita agli interventi ridondanti e privi di contenuto che ogni serata il “personaggio” di turno sciorinava al pubblico, ho sentito parlare di quattrini fino alla nausea: ma signori ci siamo forse dimenticati di cosa vuol dire fare sacrifici? Ci siamo forse dimenticati che tutto ciò che oggi possediamo anche nel mondo politico è frutto di voglia di fare, di lotte e di ideali perseguiti esclusivamente per il bene comune?
Non sono forse stati i nostri avi ad aver condotto tali battaglie affinché oggi noi ne possiamo
raccogliere i frutti? Perché invece di lamentarci che il Cantone non ci ha concesso sufficiente aiuto per la nostra aggregazione non ci voltiamo un attimo indietro e andiamo a vedere l’esempio che ci hanno lasciato i nostri nonni? Certo avere più liquidità subito ci permetterebbe di attuare con più velocità certi progetti, ma non averla forse sarà motivazione per rimboccarsi le maniche ed imparare a fare qualche sforzo per ottenere dei risultati che probabilmente non saranno immediati, ma che con le persone giuste e motivate non tarderanno ad arrivare.
Mi è stato insegnato fin da bambina a rispettare le persone più grandi che con la loro esperienza e saggezza dovrebbero fungere da esempio; mi dispiace dirlo ma da certe persone che ho sentito esprimersi durante queste serate c’è poco da imparare, perché se si necessita di alzare la voce ed offendere gli altri per farsi ascoltare significa che i contenuti dell’esposto sono completamente nulli. Questo è decisamente un modo di far politica in cui assolutamente non mi ritrovo ed è per questa ragione che invito tutti i cittadini, giovani e adulti, a credere in questa aggregazione e a votare «sì» per il nuovo Comune delle Tre Terre, affinché i nostri ragazzi vedano di nuovo una dinamicità che si lascia alle spalle rancori e personalismi e che invece volge lo sguardo a nuovi ideali ed ad un futuro sicuramente di duro lavoro, ma che andrà a perseguire il bene comune di tutti i cittadini di questo splendido spaccato di Ticino, che è la nostra regione.
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