Secondo incontro pubblico sulla fusione E a Tegna si aggira il fantasma... della coatta
■ Serata senza sorprese per l'aggregazione del Pedemonte; l'incontro pubblico a Verscio - Comune che nel 2002 aveva plebiscitato, con l'85% dei voti, l'unione poi naufragata con Tegna e Cavigliano - ha in sostanza confermato l'orientamento positivo della popolazione locale; l'attesa è ora tutta rivolta verso Tegna, dove l'incognita riguarda la propensione dei cittadini a seguire la fiera (e unanime) opposizione mostrata dal Municipio.
A Verscio, il Cantone è stato rappresentato dal direttore della sezione Enti locali Elio Genazzi, che - richiamando la sua esperienza di sindaco, a Maggia - ha ricordato come il primo colpo di piccone del «cantiere politico ticinese del decennio» fosse giunto, a metà degli anni ‘90, sotto forma di provocazione. Il documento Il Cantone e i suoi Comuni , commissionato dall'allora direttore del Dipartimento istituzioni Alex Pedrazzini, aveva avuto «l'effetto di un sasso gettato nello stagno», allora popolato da 247 tra pesci grandi, medi, piccoli e piccolissimi. «Oggi siamo scesi a 157 Comuni, e l'obiettivo è di ridurli a meno di cento», ha ribadito Genazzi, sottolineando che «in nessun caso chi si è aggregato oggi vorrebbe tornare indietro». Infine, è giunto l'elogio al progetto Tre Terre - ripartito nel 2007, grazie a una raccolta di firme - «nato dal basso e quindi genuino».
Da parte sua, il sindaco Bruno Caverzasio ha poi invitato la popolazione a riflettere sulla stanchezza della quale soffrono i Comuni attuali, esemplificata dalla difficoltà nel trovare persone disposte a mettersi a disposizione per la politica, e sullo scarso peso del Pedemonte a livello regionale: «Non ci invitano neanche alle riunioni del Convivio intercomunale dei sindaci!».
Sul versante finanziario, il capo Dicastero Antonio Monaco ha invece riassunto la situazione attuale con una schematica pagella; Cavigliano è «in difficoltà per i grossi investimenti sostenuti nel recente passato», Verscio è oggi «messo meglio dei vicini, grazie ai risparmi degli ultimi anni» mentre Tegna rimane «difficile da valutare»: «ha un aspetto fiorente, ma preoccupa per l'elevato debito pubblico, più del doppio della media cantonale, e per il basso livello degli ammortamenti».
Tra gli interventi del pubblico, da segnalare in particolare quello del municipale caviglianese Danilo Ceroni, con l'invito a prendere esempio dai giovani: «Loro l'aggregazione l'hanno già fatta, grazie al calcio, e quando il Raggruppamento Melezza segna una rete si abbracciano senza guardare a confini comunali!». Sul fronte del dissenso, ancora una volta si è espresso il sindaco di Tegna Omar Balli, lamentando l'esiguità del contributo cantonale (poco meno di 3 milioni, in tutto). Elio Genazzi, in proposito, si è difeso ricordando come Tre Terre sia rientrato solo come caso particolare nel credito-quadro di 120 milioni votato dal Gran Consiglio, e aggiungendo: «Ricordate che non vi aggregate per farci un favore e che il Cantone non vi deve nulla, ma si limita a operare mirando a equilibrio ed equità di trattamento».
Ultima nota sulla fusione coatta, tema di certo destinato a scaldare gli animi da qui al 25 settembre. Secondo Omar Balli, questo provvedimento - che secondo molti andrebbe applicato, nel caso di un nuovo «no» da parte di Tegna - sarebbe «antidemocratico e indecente, anche perché finora Bellinzona non ha fatto nulla per favorire questa aggregazione». O.B.
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