lunedì 13 febbraio 2012

La Regione Ticino, 13 febbraio 2012


Pedemonte, il nuovo che avanza

Fabrizio Garbani Nerini: ‘Si va definendo l’impostazione tecnica e logistica del futuro ente’

D.L.

Quarant’anni compiuti, laureato in economia politica, broker assicurativo, Fabrizio Garbani Nerini dal 2004 è sindaco di Cavigliano. Profondo conoscitore del territorio, vanta una buona esperienza della macchina amministrativa.
A dispetto della sua giovane età, all’indomani dell’elezione a sindaco nella lista del Ps si è subito dimostrato deciso e fermo nei suoi orientamenti. In molti concordano sulle sue capacità. Al punto da metterlo fra i “papabili” alla poltrona di sindaco del neocostituito Comune delle Terre di Pedemonte. La scadenza è comunque ancora lontana. Anche se la macchina organizzativa si è già messa in movimento. Da qualche mese, infatti, gli amministratori dei tre Comuni hanno iniziato a ragionare e pianificare con una visione diversa il futuro delle Tre Terre.
I lavori avanzano?
«L’impostazione della visione politica futura spetterà alle autorità del nuovo Comune; le attuali amministrazioni devono limitarsi a sistemare le questioni tecniche e logistiche, affinché il nuovo Comune parta al meglio nella primavera 2013, senza scossoni nei servizi erogati ai cittadini. In questa fase è fondamentale il contributo dei nostri tre validissimi segretari comunali che seguono giorno per giorno gli sviluppi della situazione».
Dimenticate le ruggini che hanno preceduto la consultazione di settembre, ha l’impressione che si lavori già con una mentalità un tantino diversa?
«Ho sempre lavorato con una mentalità aperta e orientata all’aggregazione. Dovrebbe girare la domanda a chi non aveva questa concezione e vedrà se finalmente l’ha cambiata».
Quale augurio si sente di fare, a sé e alla comunità, in vista del futuro?
«Proprio questo: che esista veramente una comunità. Chi decide di vivere in una realtà di villaggio (come le Terre di Pedemonte) dovrebbe essere portato a sentirsi parte di un gruppo col quale ha qualcosa da condividere. Questo auspicio è riportato a chiare lettere anche nel rapporto di studio sull’aggregazione. Sarei dispiaciuto se nel nuovo Comune prevalesse un atteggiamento di isolamento, da “quartiere dormitorio”».
Uno dei problemi che attanaglia, da sempre, il territorio in questione è la viabilità. In senso ampio, corale, come amministratori orientati verso il Comune unico avete già delle idee di intervento in questo ambito?
«Constatiamo un forte disagio soprattutto nelle situazioni d’emergenza, quando tutto il traffico tra Valle Maggia e Locarno viene deviato nel Pedemonte, dove le strettoie dei nuclei di Verscio e Cavigliano creano il caos. La rapidità di reazione di chi dovrebbe intervenire a dirigere il traffico non è esemplare. A Cavigliano stiamo verificando con il Cantone la possibilità di trovare una soluzione definitiva con la posa di impianti semaforici da attivare in caso di bisogno, ma come sempre molto dipenderà dai costi. A Ponte Brolla vi è poi l’annosa questione della mancanza di corsie di preselezione verso la Vallemaggia e verso il Pedemonte da Locarno. Il Cantone si è impegnato a cercare soluzioni nell’ambito del progetto d’aggregazione, confidiamo che manterrà le promesse fatte, in tempi ragionevoli».
Alle comunali del 2013 lei sarà candidato sulla lista del suo partito?
«Manca più di un anno, ma se Dio vuole direi di sì: mi piacerebbe diventare membro del primo Esecutivo del nuovo Comune. Credo di potere combinare bene una sufficiente esperienza (12 anni di Municipio alle spalle) con un notevole entusiasmo, perché a 40 anni si tende a guardare ancora molto più avanti che non indietro. Mi reputo un mediatore che sa rispettare le idee altrui (sottolineo le idee, non i pregiudizi!), caratteristiche utili all’interno di un Esecutivo».
Se le chiedessero uno scatto che rappresenti il suo legame con il territorio, cosa fotograferebbe?
«Lo sguardo verso il delta della Maggia dal Monte di Vii. Da lassù ci si rende conto di quanto siano belli i nostri territori (che il progetto di Parco nazionale del Locarnese vuole valorizzare e fare conoscere a tutti), di quanto siamo fortunati ad essere vicinissimi ad un’area urbana e di quanto, oltre le montagne, siamo anche noi ticinesi parte di un mondo aperto».