I tempi per l'aggregazione di Cavigliano, Verscio e Tegna sono maturi: dopo il primo tentativo finito male, il prossimo 25 settembre la popolazione deciderà nuovamente – e spero definitivamente sull'avvenire delle Tre Terre. In queste ultime settimane, il progetto è diventato un argomento molto importante e – come è logico che sia - sono nate iniziative pro e contro, tutte (o quasi) rispettabili. Da una parte si sono visti schierati gli Esecutivi di Cavigliano e Verscio in corpore, incondizionatamente a favore della, fusione mentre il Municipio di Tegna – come già 9 anni or sono – si è detto decisamente contrario. Le motivazioni ufficiali di Tegna per il «no» all'aggregazione sono principalmente di ordine economico. Il contributo cantonale – che, va ricordato, ammonta a 2 milioni di franchi – viene ritenuto vergognoso, e il progetto è inoltre giudicato troppo «Versciocentrico ». A mio parere, in questa opposizione all'unione amministrativa vediamo l'ultimo, disperato, tentativo di difendere il proprio orticello. Negli ultimi giorni, è poi emerso un non meglio definito «Gruppo apolitico di chiarezza»: talmente tanta chiarezza, che non è nemmeno possibile identificarne i promotori. Quale unica persona di riferimento si menziona il prof. Claudio Beretta (alias «Tom»), del quale viene riproposta una presa di posizione apparsa il 13 settembre anche sul Corriere del Ticino; noi di Verscio siamo abituati agli isterismi del «prof», ma in questo caso pare che non ci sia limite al peggio.
Procediamo con ordine. Il prof. Beretta vede Verscio accaparrarsi tutti i contributi cantonali. E invece, i 2 milioni di franchi in arrivo da Bellinzona sono sì destinati alla riduzione del debito pubblico, ma quello di Cavigliano e – soprattutto – quello eccessivamente alto di Tegna. Per quanto riguarda invece gli investimenti, l'aiuto avverrà in base alla Legge ordinaria, ragione per la quale la Commissione ha dovuto stabilire delle priorità. La scelta finale è caduta, come noto, su tre progetti: la scuola di Tegna, già in fase di progettazione, il Centro amministrativo e culturale a Verscio e il centro sportivo, con palestra, sempre a Verscio. Tre progetti che, verosimilmente, potranno essere portati a termine nell'arco di 4-8 anni senza intaccare gli obiettivi di una gestione corrente del nuovo Comune in pareggio e senza aumenti sproporzionati del debito pubblico netto. La progettualità futura, che riguarda i rimanenti investimenti individuati dalla Commissione, rimane intatta. Infatti, le nostre previsioni indicano che - dopo il consolidamento dei primi tre investimenti - rimarrà spazio per proseguire con le nuove opere: senza peggiorare la struttura finanziaria del nuovo Comune e mantenendo un moltiplicatore politico del 90%. Nelle serate informative, tenutesi nei tre Comuni interessati alla fusione – in particolare a Tegna – sono stato definito un «funambolo» e un «manipolatore di cifre ». È evidente che a Verscio, con la vicinanza alla Scuola Dimitri, un po' funamboli lo siamo diventati tutti: però, l'accusa di avere manipolato i numeri è del tutto fuori posto, così come quella di volere «tirare acqua al mio mulino», ove per «mio» si intende ovviamente quello di Verscio. Cercherò di chiarire – in modo semplice e una volta per tutte – la situazione finanziaria degli attuali tre Comuni e dove vanno a finire i contributi del Cantone. Tegna ha risorse fiscali nettamente maggiori degli altri tre Comuni, ma ha anche ha un debito pubblico nettamente più elevato: praticamente il 'miserabile' contributo del Cantone di 2 milioni, più l'aiuto di Verscio, va in riduzione del debito degli altri due Comuni. Tegna ha dalla sua un capitale proprio elevato, certo, ma considerando la necessità di risanamento dell'Azienda Acqua potabile tale valore si riduce sensibilmente, pur rimanendo alto. Raggruppando e consolidando questi parametri finanziari – e senza timore di essere smentito – ne risulta che Cavigliano è il maggior beneficiario dell'aggregazione con 1 milione e 980 mila franchi, seguito da Tegna con 406 mila: per Verscio la situazione non cambia invece di molto (anche se in cifre assolute peggiora di 88 mila franchi). Confermo quindi che Verscio, per chi non sapesse ancora, non è un Comune «con le pezze ai pantaloni » – come si compiace di affermare qualcuno – e nemmeno «rapinatore dei gioielli di famiglia altrui», bensì lungimirante e con uno sguardo attento e interessato al futuro della nostra regione, anche a favore delle nuove generazioni. Da ultimo, la cosa più importante: invito tutti a recarsi alle urne e a votare, democraticamente, secondo le loro convinzioni.
Antonio Monaco,
municipale di Verscio
da il Corriere del TIcino, 22 settembre